L'aspetto dell'abbazia di Farneta non è particolarmente imponente e anche gli interni sembrano sposgli.
Ma questa apparente povertà non ci deve trarre in inganno in quanto Farneta è veramente bella.
Farneta è tornata ad essere Abbazia il 30 gennaio 1974 ed il fregio sulla veletta di ingresso lo mostra.
Le due colonne ai lati della facciata principale sono in granito orientale "recuperate" da qualche edificio romano del luogo ...
... sono invece solo due copie i capitelli, con gli originali a Firenze ed Arezzo.
Appena entrati sulla sinistra si trova la fonte battesimale in pietra arenaria del 1712 e la Pila acquasantiera, sempre in pietra arenaria fatta a forma di conchiglia, seicentesca (sinceramente l'ultima volta che siamo stati a Farneta non l'abbiamo fotografata ... ).
Sempre sulla sinistra si trova la tela del settembre 1893 di D. Martini raffigurante il battesimo di Gesù.
Mentre il transetto di sinistra non si segnala nulla di particolare da vedere, nella zona del transetto di destra si trovano tre affreschi, attualmente in mediocri condizioni di conservazione.
Il principale è la Madonna di Loreto con i santi Rocco e Sebastiano dipinto nel febbraio 1527 dal cortonese Tommaso Bernabei
Il secondo affresco rappresenta San Pietro Martire (il primo Frate Domenicano martirizzato a Seveso e sepolto in Sant'Eustorgio a Milano) con affianco quel che resta di un affresco rappresentante Santa Lucia Vergine e Martire protettrice della vista
Ma la vera perla dell'Abbazia di Farneta è la cripta.
La cripta dell'Abbazia di Farneta venne riportata alla luce (dopo oltre 350 anni) il 29 febbraio 1940, testualmente liberandola dei morti li accatastati, dalla terra e dai detriti e ... da un'infinità di serpenti.
L'ingresso alla cripta avviene attraverso una stretta scala sita lateralmente nel transetto destro.
La cripta è a celle tricore, con volte a botte ed a crociera, sorrette da colonne originali romane di cui una in granito rosa di Assuan.
Interessante è la prima colonna che si incontra.
Questa colonna è in granito rosa di Assuan.
Il capitello in arenaria ha rappresentato (anche) un Achelóo ovvero una testa di toro con faccia.
Si fa presente che anche nel lampadario etrusco di Cortona è rappresentato un Achelóo, un simbolo risalente a Re Salomone
Al centro della cripta troviamo un piccolo altare con davanti quattro belle colonne: due in marmo orientale, una in travertino ionica con 16 scanalature e l'ultima in granito orientale.
I capitelli di sinistra sono sono in arenaria, mentre quelli di destra sono in travertino.
Da cercare sono la stele funeraria in arenaria con la scritta "Quarta Erennia figlia del liberto Pompeo"
L'uscita della cripta porta nella sagrestia, ove si possono vedere diverse pietre con iscrizioni millenarie (Abate Ado A.D. 1100).
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