Fonte Avellana è il classico monastero isolato dal mondo e, se è isolato oggi, pensate come lo era all'epoca dei primi eremiti che qui meditavano prima dell'anno mille.
Dante Alighieri, che a Fonte Avellana ha soggiornato nel 1311, scrive nella Divina Commedia:
Divina Commedia, Canto ventunesimo del Paradiso, versi 106-111
Quasi sovrastato dal monte Catria solo all'ultimo, arrivando in auto, lo si vede anche se ne "intuisce" o forse è più giusto dire "persepisce" la presenza.
Fonte Avellana, che è allo stesso tempo un eremo ed un monastero con tanto di clausura, non è particolarmente imponente e probabilmente neanche particolarmente interessante per il turista, ma è mistico.
Noi lo abbiamo visitato in estate e, nonostante la presenza di diversi turisti, lo abbiamo trovato calmo quasi rilassante ... ovattato.
Ricordando che la visita nell'Eremo Monastero di Fonte Avellana è esclusivamente guidata (ed a offerta) e permette di vedere .... solo quello che vogliono che si veda ... viene da chiedersi se è interessante o no.
In pratica si entra dal piano inferiore su un lungo corridoio e subito sulla sinistra si vede (da fuori) la biblioteca Dante Alighieri.
Un nappo impedisce l'ingresso anche se in verità i libri contenuti in questa biblioetca sono recenti e di poco valore.
La vera biblioteca di libri antichi non c'è più.
I pochi libri veramente antichi rimasti sono costuditi al piano superiore nella biblioteca "antica".
In generale fare fotografie è proibito e veramente Ti guardano male se estrai la macchina fotografica.
La visita prosegue con la Sala di San Giovanni da Lodi e con lo Scriptorium.
Rientrati nel corridoio principale si passa davanti a quel che rimane del chiostro, praticamente cannibalizzato nel momento in cui le celle dei monaci eremiti vennero collegate al monastero ed al resto della struttura.
Davanti al chiostro (è poco più che un pozzo di luce di forma rettangolare) c'è il refettorio non visitabile.
Il corridoio "diritto" finisce sull'ingresso della clausura in cui ovviamente non potremo entrare.
La visita prosegue a sinistra per entrare nella sala del Capitolo.
In questa sala c'è ben poco da vedere se non qualche traccia di affresco sul soffitto.
Nel settecento questa sala venne destinata a legnaia ed i risultati sono evidenti.
La guida ci dirà che sala fu costruita con una volta a botte a tutto sesto tipicamente romanico per avere la migliore acustica possibile nell'asse centrale.
Inoltre poichè il capitolo si svolge sempre la mattina dopo l'ora prima, sulla parete di fondo, che è, non per caso, rivolta ad est, vennero realizzate tre finestre monofore per dare luce all'ambiente.
Noi che abbiamo visitato Fonte Avellana al pomeriggio non abbiamo potuto apprezzare la cosa.
Dalla sala del Capitolo si passa alla Cripta che è probabilmente la parte più antica dell'Eremo di Fonte Avellana.
La Cripta altro non è che la prima chiesa primitiva dell'Eremo quindi coeva alla fondazione dell'Eremo stesso.
Una curiosità che la guida ci ha raccontato: nella Cripta la temperatura è praticamente costante tra i 15 ed i 22 °C tutto l'anno ... in special modo in inverno quando fuori la neve la fa da padrona.
La guida ci lascia, chiudendosi la porta alle spalle, che siamo ancora dentro la Cripta.
Non preoccupateVi c'è una seconda uscita che porta alla Basilica.
Dalla cripta si sale al piano superiore dove troveremo la Basilica con il coro e la cappella della Croce.
Tutte le altre zone:
le celle dei monaci
la sacrestia
la biblioteca antica
la sala dell'accademia
e l'appartamento abbaziale
non sono visitabili.
La Basilica di Fonte Avellana fu costruita dal 1171 sopra l'unica navata (distrutta per costruirla) di quello che oggi è la Cripta.
La forma è a croce latina in stile romanico (mancano le finestre) con un'unica navata con il presbiterio ed il coro rialzati posti sopra la Cripta.
La Basilica fu consacrata per la prima volta nel 1197.
Nella Basilica trova posto sopra l'altare maggiore l'imponente Crocifisso ligneo di Francesco Tiraboschi da Pavia realizzato nel 1567.
Oltre all'altare maggiore lungo la navata si trovano altri due altari in stile barocco posti uno davanti all'altro,.
Guardando il Crocefisso quello sulla sinistra è dedicato a Santa Vittoria.
Qui, sotto la mensa, sono costudite in un ampolla le reliquie della Santa provenienti dalle Catacombe di Santa Priscilla a Roma.
Sopra l'altare è posta la tela raffigurante il "Beato Lodolfo con la Vergine e il Bambino" dipinta da Francesco Ferri nel 1740.
Sulla destra troviamo invece l'altare dedicato a Sant'Albertino, dove, sotto la mensa, sono costudite le spoglie mortali del Santo.
In origine Fonte Avellana non aveva un coro vero e proprio.
I Monaci Avellaniti di giorno officiavano davanti all'altare maggiore e di notte nella cripta.
Poi nel 1569, dopo la soppressione dei Monaci Avellaniti, Fonte Avellana passò ai Monaci Camaldolesi che fecero realizzare un coro all'ingresso della chiesa dove officiavano sia di giorno che di notte.
Solo in Inverno i Monaci Camaldolesi usavano la cripta.
Solo nel 1832 si decise di demolire l'abside originaria della Basilica in pietra per consentire di avere spazio a sufficienza per realizzare un coro ligneo dietro l'altare maggiore.
Il disegno del coro fu fatto da Belisario Simonelli di Perugia e per realizzarlo ci vollero oltre venti anni in quanto risulta finito solo nel 1854.
Non è certo quando venne realizzata questa cappella.
C'è chi dice fine '700 (ad esempio il sito ufficiale dei Camaldolesi di Fonte Avellana) c'è chi dice primi '800 (noi) poco prima della realizzazione del coro (1832).
E' invece noto lo scopo per cui fu realizzata: custodire la Stauroteca (la teca che contiene una reliquia della Croce di Cristo) che la Imperatrice Bizantina Elena regalò al figlio Costantino.
Da Costantinopoli la Stauroteca fu, con molte peripezie, trasportata nel convento di San Michele sull'isola di Murano e da qui, dopo la caduta di Venezia nel 1797, al Monastero Camaldolese di San Gregorio al Celio.
Solo nel 1826 la Stauroteca arrivò a Fonte Avellana.
Per questo dubitiamo che la Cappella sia di troppo antecendente a questo arrivo.
Poi, dopo la soppressione degli ordini religiosi post unitaria, la reliquia, nonostante i tentativi di nasconderla fatti dai monaci, giunse alla Galleria Nazionale delle Marche ad Urbino dove tuttora si trova.
A distanza di tanti anni la Stauroteca non c'è più, ma la Cappella viene tuttora chiamata con il nome di Cappella della Croce.
Oggi, in questa piccola Cappella, si custodisce il SS. Sacramento e viene utilizzata come Sala Capitolare.
Dal 5 settembre 1982 Fonte Avellana è stata elevata al rango di Basilica Minore.
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